La Storia del Baccalà alla Vicentina arriva da lontano. Si narra di un mercante Veneziano Pietro Querini, che assieme ad un piccolo equipaggio, partirono per le Fiandre,ma a causa di una terribile Tempesta Naufragarono a Røst una delle isole Lofoten. Furono accolti benissimo dalla popolazione, tanto che ebbero l’opportunità di conoscere usi e Costumi. Una di queste è stata la scoperta di conoscere lo stockfiss, ovvero appendere dei pesci fuori dalle Case in modo che si essiccasse per mesi grazie al vento freddo del Nord. Esso poi poteva essere stivato come la legna, e quindi Battutto per essere mangiato. il mercante, ritornando nella sua terra nativa ne portò una grande quantità, e nel tragitto per mare e per terra lo scambiò come bene fino a Venezia pur di avere,Vitto, alloggio e materiale di altro genere.Baccalà e stoccafisso in Italia ebbero un enorme successo, ma è proprio a Sandrigo, una località di Vicenza e gemmellata appunto con Røst, ad avere il Titolo, tanto che esiste la Confraternità del baccalà alla Vicentina. La ricetta del Baccalà prevede, ovviamente stoccafisso di qualità ben battuto e lasciato in ammollo con acqua corrente per almeno tre giorni, quindi lavorato e quindi cotto al forno o alla cassopipa ovvero, in un coccio si mette a rosolorare della cipolla tagliata finemente con dell’olio d’oliva, si aggiunge il baccalà, delle sarde sotto sale, un pizzico di sale, si aggiunge latte, qualche cucchiaio di formaggio Grana, una macinata di pepe fresco, del prezzemolo trito, e si lascia cuocere a fuoco lento , facendolo pippare appunto, per 3/4 ore. Di questo pesce Brutto ma come è tanto buono ce ne sono ben 26 specie, e vengono catalogate per categorie, la migliore è la qualità Ragno. E tutto il processo viene fatto in giro di 2 settimane, esattamente a metà maggio, il momento migliore per essere essiccato alla perfezione.